MISTER THOMS – MEA PULPA

Il concept di quest’opera nasce dal nome del Festival stesso, giocando con le parole della locuzione latina “mea culpa”. L’intento dell’artista è quello di mettere a nudo le responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente, del quale è solo un ospite.

Attraverso questo murale, con tagliente ironia, vengono denunciati l’inquinamento delle acque e il conseguente avvelenamento delle creature che le popolano. Mostrando come, troppo spesso, i rifiuti vengano dissennatamente abbandonati dall’essere umano, senza alcun rispetto per gli ecosistemi.

La natura, però, non resta a guardare. E si ribella, assumendo le sembianze di un arrembante polpo gigante. Che emerge dagli abissi e sventola, attraverso i suoi tentacoli, pattume di ogni tipo. Oltre ad alluminio, plastica, vetro e metallo, lo vediamo brandire un’asta, con annesso rullo da pittura. Ben agganciata alle sue ventose, poi, scorgiamo addirittura una minacciosa bomboletta lanciafiamme. Chissà, magari il nostro polpo l’ha adoperata proprio per accendere quella sigaretta fumante!

Insomma, questa creatura è risalita dalle profondità oceaniche per esporre, alla luce del sole, l’incoscienza del genere umano. In tutta la sua eloquenza. Ma anche per manifestare la sua solidarietà nella lotta al coronavirus!

Non chiamatelo quindi kraken, oppure mostro marino. Il polpo gigante è solo un abitante del pianeta Terra, come d’altronde lo siamo noi. E il suo atteggiamento non è intimidatorio; non è qui per distruggere e divorare. No, davvero.

La creatura è qui per sensibilizzare gli abitanti della terraferma. Vuole solo che si smetta di inquinare il suo habitat; che si rispetti il mondo animale e il suo ecosistema.

Forse è arrivato il momento di fare ammenda. E di chiederci: chi è ora il mostro?

(testo di Andrea Lucente)

DOVE SI TROVA?